CRISI AGRICOLA – Diagnosi prognosi e terapia (video inchiesta)

1. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (1 parte)
2. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (2 parte)
3. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (3 parte)
4. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (4 parte)
5. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (5 parte)
6. CRISI AGRICOLA – Diagnosi, prognosi e terapia (video) (6 parte)

Il testo del video
Matteo Della Torre

L’agricoltura da alcuni anni è in crisi profonda, una crisi strutturale, diffusa. Il comparto agroindustriale, nonostante le sue numerose criticità, fa notizia solo in caso di rialzi ingiustificati dei prezzi, di scioperi degli agricoltori o per i numerosi scandali legati ai suoi prodotti: mucca pazza, cibo alla diossina, olio adulterato, vino sofisticato, carne agli ormoni, OGM, in un preoccupante susseguirsi di disastri alimentari.

Da alcuni anni siamo in presenza di un preoccupante calo dei prezzi alla produzione a cui corrisponde una esplosione dei prezzo dal campo alla tavola. Chi acquista un chilogrammo di pesche paga in media un prezzo del 200-400% in più rispetto al prezzo pagato all’agricoltore.

Nel maggio del 2009 una pesca di varietà Rich May o una nettarina Rita star venivano pagate all’agricoltore € 0,45 centesimi e rivendute sui banchi della Grande Distribuzione a € 3,98 e € 2,79 con un rincaro del 784% e del 633%. In Italia il prezzo dei prodotti agricoli è determinto dalla Grande Distribuzione Organizzata che controlla il 70% delle vendite.Il reddito derivante dalle attività agricole è sistematicamente inferiore alla media dei settori extragricoli e la sopravvivenza delle famiglie che vivono di agricoltura dipende da redditi extra aziendali, come i sussidi di disoccupazione.Ogni giorno in Europa chiudono 600 aziende agricole e nei prossimi 4 anni 750 mila lavoratori agricoli rischiano di scomparire.

Nel 2009 a San Ferdinando di Puglia le pesche sono state pagate agli agricoltori in media 33 centesimi di euro al kg., a fronte di un costo di produzione che oscilla dai 36 ai 40 centesimi. La dinamica dei prezzi al ribasso ingenera un circolo perverso che spinge gli agricoltori a produrre al costo più basso possibile, con le conseguenze negative sulle qualità dei prodotti che questo comporta.

L’agricoltura non può essere ridotta a pura competizione sul mercato. La produzione di beni agroalimentari e la salvaguardia del territorio rurale hanno una funzione sociale che va tutelata. Ma la politica stenta a mettere i problemi dell’agricoltura al centro della propria agenda perché il settore agricolo impiega solo il 5% della popolazione e produce meno del 3% del PILUna possibile via per promuovere la pesca di San Ferdinando di Puglia è rappresentata dalla Denominazione comunale che prevede la certificazione del sindaco della produzione e della provenienza dei prodotti.

 Nel 2001 la Legge costituzionale n. 3 consente ai Comuni di intervenire in materia di agricoltura rendendo possibile per il Sindaco autocertificare e garantire con un marchio di qualità i suoi prodotti, dicendo dove, chi, come a quale prezzo si produce.

Il marchio comunale De.Co non è incompatibile con le denominazioni Europee IGP o DOP ed aprirebbe per la pesca di San Ferdinando numerose opportunità di visibilità del suo prodotto tipico.

I mercati in futuro pretenderanno una qualità dei prodotti sempre maggiore. Oggi l’agricoltura produce molta quantità ma con che qualità?Negli ultimi 50 anni l’agricoltura convenzionale ha fatto un uso massiccio ed incontrollato di pesticidi con un forte impatto ambientale e deleteri effetti per la salute umana.

Il consumatore ha il diritto di scegliere prodotti sicuri e privi di residui e l’agricoltore ha il dovere di fornirli.

Nei consumatori è cresciuta la sensibilità verso i temi ecologici e la consapevolezza dei pericoli legati al consumo di cibo con presenza di residui.

Il Dossier “Pesticidi nel piatto 2009” di Legambiente evidenzia che il 47% delle frutta consumata dagli italiani contiene uno o più residui di pesticidi. (dati: ARPA).

L’agricoltura integrata è basata su un uso oculato dei prodotti chimici e su una maggiore attenzione alla qualità dei prodotti, alla salute dell’uomo e dell’ambiente. L’agricoltura integrata è un passaggio intermedio nel lento processo di evoluzione della pratica agricola verso la moderna agricoltura biologica.

Ma c’è ancora molta strada da fare perché nella maggior parte dei casi l’agricoltura integrata non realizza nessuna diminuzione dei pesticidii di sintesi usati e si riduce ad un semplice elenco di pesticidi chimici ammessi.

La Comunità Europea prevede dal 1 gennaio 2014 l’obbligo per le aziende agricole di applicare i principi della difesa integrata delle colture agricole.

La parte più dinamica ed intraprendente del mondo agricolo si è organizzato per resistere alla crisi e al ruolo preponderante della Grande Distribuzione. Negli ultimi anni si è registrata in Italia l’apertura di 500 Farmer market e mercati contadini, che rappresentano lo sbocco naturale per i produttori che vogliono tagliare le intermediazini inutili con la filiera corta e la vendita diretta.

In questi anni in Italia si è avuta una grande diffusione dei Gruppi d’Acquisto Solidale o GAS con 600 gruppi sparsi in quasi tutte le regioni italiane. I gruppi d’Acquisto sono composti da consumatori attivi che per scelta etica decidono di dare risposte concrete alla crisi agricola e alla crisi ambientale, scegliendo un consumo più conforme a criteri ecologici e di equità sociale.

I membri del GAS effettuano acquisti collettivi direttamente dai produttori di cibo locale, da agricoltura biologica e con imballaggio ridotto, da ridistribuire tra loro. L’agricoltura intensiva di quantità è giunta al capolinea. Sta nascendo un grande movimento contro la malalimentazione, una nuova coscienza nei produttori e nei consumatori che muove nella direzione dell’alta agricoltura e del consumo consapevole, rispettoso dell’uomo e dell’ambiente.Sta agli agricoltori e ai consumatori orientare le proprie scelte produttive e di consumo alla ricerca dell’alta qualità e dell’etica, dando forma ad un nuovo modello di società della decrescita e del benessere per tutti.“Ditemi qual è l’agricoltura che praticate e vi dirò in che società vivete”.
Francois Dufour

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