Quando i detenuti incontrano un veterinario / di Gabriella Godena

L’incontro tra i detenuti di Rebibbia e il medico veterinario omeopata Marco Verdone parte dalla presentazione della sua esperienza ventennale sull’isola carcere di Gorgona e dal secondo libro che da questa ne è nato: “Ogni specie di libertà” (Altreconomia Edizioni). Il libro “ci racconta il miracolo dell’incontro tra detenuti e animali, anime “recluse” ma su quest’isola più libere. E ci fa sognare un mondo futuro senza gabbie o prigioni, dove l’uomo scelga di non uccidere più i suoi compagni di viaggio”.

Progetto all’avanguardia? Sogno? Utopia? A Rebibbia giovedì14 marzo si è parlato del laboratorio a cielo aperto che è il carcere di Gorgona, la più piccola isola dell’arcipelago toscano. Officina di idee, di esperienze innovative, dove si sperimenta un nuovo modo di relazionarsi tra animali umani e animali non umani liberi nell’isola. Un cammino lungo e anche irto di problemi. Si percepisce subito come al veterinario di Gorgona, Marco Verdone, stia a cuore che le cose cambino per gli “ultimi”.
 Il suo racconto dell’esperienza ventennale portata avanti con fasi alterne cattura l’attenzione dei detenuti (oltre sessanta) presenti nell’accogliente teatro. Ci parla di come il suo percorso evolutivo, la sua presa di coscienza, sia andata via via maturando nel corso degli anni passati nell’isola e come dalle storie vissute abbia avuto conferma della validità e vitalità della sua scelta.

Gli animali come dice l’etimologia della parola sono esseri, anzi persone, con l’anima e hanno l’anima perché esseri in movimento e proprio nel movimento esprimono emozioni, attrazioni, repulsioni, paure, i moti dell’animo appunto. Altre componenti del corpo animale sono gli organi, che altro non sono che strumenti che risuonano ognuno in un modo diverso. Quando sono sani producono armonia e, come in un’orchestra quando gli strumenti sono intonati, fanno la loro parte per raggiungere l’equilibrio. Questo riferimento agli organi in salute è strettamente legato alla scelta di utilizzare le medicine non convenzionali (o complementari) e in particolare la medicina omeopatica.

Infatti, in questo sistema-isola un’importante scelta per garantire l’armonia tra gli esseri viventi e l’ambiente circostante è stata l’utilizzo dell’omeopatia, associata anche alla fitoterapia grazie alla varietà e ricchezza delle specie vegetali presenti. L’isola offre la possibilità di beneficiare dell’omeopatia sia per gli animali che per gli umani. In questa realtà è naturale curare, osservare, parlare… In questo luogo curare gli animali significa anche entrare in relazione con “l’altro” e imparare a comprendere il gioco di relazioni che connettono noi, gli altri (umani e non) e l’ambiente. In definitiva prendersi cura degli animali implica estendere l’interesse alle persone che si occupano degli animali.

Il carcere diventa così luogo di vero rinnovamento, rieducazione e riabilitazione. La responsabilità di occuparsi di un essere animale può favorire questo scatto evolutivo. Nella dimensione di isolamento e reclusione si crea un legame empatico tra anime prigioniere, si rompono gli schemi preconcetti che normalmente pongono l’animale in una condizione di inferiorità impedendo di superare le barriere di specie e di entrare in contatto con l’anima-animale. Per la persona detenuta, i cui rapporti umani sono azzerati, la presenza di un animale diventa importante e vitale.

Egli è essere senziente che cerca di non soffrire e di non morire esattamente come fa l’umano, con il quale si crea una relazione affettiva fondata sull’accettazione e il non-giudizio. L’anima così trova un momento di libertà e viene aiutata a non sprofondare nel baratro.

Marco Verdone ci rende partecipi dei magici momenti trascorsi vicino alla mucca Valentina che con il suo lento ruminare lo porta in una dimensione meditativa di armonia con il tutto.

Dall’intero racconto emerge più volte il pensiero per la sofferenza degli uomini e degli animali e per le condizioni che ne sviliscono la vita. La fine violenta per mano dell’uomo di animali di cui prima ci si è presi cura diventa anche la metafora di ogni rapporto violento con “l’altro” e di conseguenza la coerente obiezione di coscienza per la loro fine violenta per mano dell’uomo. Momenti dolorosi che hanno portato lui, come tanti altri, a non cibarsi più dei nostri amici-fratelli e di nessun tipo di prodotti animali.

Il destino cruento degli animali rappresenta una grande contraddizione etica e professionale che stride ancor di più con il contesto di armonia e di pace che con fatica si è cercato di creare in Gorgona. Questo è il punto oscuro da trasformare.

In questo percorso si è inserita come naturale conseguenza la scelta di stilare una “Carta dei Diritti degli Animali dell’isola di Gorgona” che costituisce uno dei tanti contributi per offrire uno spunto di discussione per la soluzione della delicata questione animale.

La proiezione di due filmati sulle condizioni di vita e le attività nell’isola si sono alternati alla descrizione fatta da Marco Verdone e dalla testimonianza diretta dell’ex detenuto di Gorgona, Claudio Guidotti, che ha partecipato insieme ad altri autori alla stesura del libro. Egli ci racconta di come, una volta resosi consapevole che tutto l’allevamento era finalizzato alla produzione di latte e carne, per evitare azioni che gli avrebbero procurato sofferenza (per esempio, dover portare alcuni animali al macello), chiese di essere impiegato in altre mansioni, come la cura dell’orto. Pur svolgendo varie altre attività mantenne sempre un vitale rapporto con molti animali e in particolare con un cane che ha seguito e curato fino al termine della detenzione e con un gatto che poi ha portato fuori con sè.
L’incontro ha suscitato un certo interesse che avrebbe meritato avere più tempo a disposizione per poter rispondere alle numerose domande che comprensibilmente sono state poste. “Quali passaggi ha fatto per scegliere di non mangiare più animali? Come si risolve la questione del gran numero di animali allevati sulla terra se non si mangiano più? Come comportarsi con una famiglia che alleva animali per il loro fabbisogno…?” Mentre Marco Verdone tentava di rispondere alle domande, il tempo scorreva e siamo arrivati all’ora del rientro. Una copia del suo libro è stata donata alle insegnanti dell’ITIS per promuovere una discussione interna alla quale questo medico veterinario “fuori dagli schemi” ha offerto la sua disponibilità a sostenerla. Confidiamo infine che la strada intrapresa nel cammino di rispetto verso i “fratelli più ultimi”, come li chiama lui, prosegua come prospettato in questo prezioso libro che ci ha permesso di incontrarci.

di Gabriella Godena,  Biologa, Presidente Associazione Vivi Vegan

Nota: 
L’incontro tra Marco Verdone e i detenuti-studenti del Carcere Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso è avvenuto all’interno di un programma che si propone di avvicinare alla cultura scientifica attraverso il dialogo con ricercatori, commentando insieme brevi documentari prodotti da istituzioni scientifiche. L’iniziativa in corso, sostenuta dall’Associazione Antigone, è coordinata da Attilio Vitali, presidente del Festival Docscient, da due insegnanti di scienze del carcere, Daniela Provengano ed Elena Lugaro, e da Silvia Caravita, ricercatrice del CNR.

Marco Verdone è un medico veterinario omeopata ed è veterinario incaricato della Casa di Reclusione di Gorgona (LI) da oltre 20 anni. Sulla sua esperienza di veterinario in carcere ha scritto diversi articoli e due libri: Il respiro di Gorgona (Libreria Editrice Fiorentina, 2008) e Ogni specie di libertà (Altreconomia Edizioni, 2012). È stato uno dei testimoni più attivi e presenti sull’isola seguendo da vicino le relazioni tra umani e animali e tra reclusi e mondo esterno. Il suo percorso professionale e personale l’ha portato ad esplorare senza pregiudizi i confini tra umano e non umano, rimettendo in discussione il rapporto dominante di violenza dell’umano sugli animali cosiddetti “da reddito” e riflettendo sull’opportunità di replicare questo modello soprattutto in ambiti “sensibili” come quelli carcerari. Da questo lungo percorso di consapevolezza, è nata anche la “Carta dei Diritti degli Animali di Gorgona”, documento inedito inserito nel libro a più voci Ogni specie di libertà. È stata anche presentata alle Autorità competenti per Gorgona un’ipotesi progettuale sulla relazione umano–animale ispirata a criteri nonviolenti e finalizzata anche a sostenere una rieducazione fondata sul rispetto verso ogni manifestazione della vita.

Per approfondire
“Ogni specie di libertà. Carta dei diritti degli animali dell’isola di Gorgona. Il sogno di un mondo migliore per tutti i viventi”, di Marco Verdone, 112 pagine, 12 euro, Altreconomia, 2012

Fonte: Notizie Radicali.it

Un sincero ringraziamento ai volontari e insegnanti di Rebibbia che hanno voluto realizzare un incontro sul delicato tema della relazione umano-non umano a partire dalla mia lunga esperienza di veterinario nel carcere dell’isola di Gorgona.

About Redazione