Alla Gorgona gli animali hanno un posto speciale: parola di veterinario / La città invisibile / di Marco Verdone

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Alla Gorgona gli animali hanno un posto speciale: parola di veterinario
La città invisibile
di Marco Verdone

Se un abitante di un altro pianeta potesse osservare per un certo tempo quello che la specie umana sta provocando sull’unico mondo che occupa, ne dedurrebbe che siamo un gruppo di terrestri parassiti e violenti. Ci ammazziamo tra di noi, sterminiamo le altre specie (animali non umani e vegetali), sottraiamo spazi vitali, modifichiamo paesaggi e, nonostante segnali evidenti, ci ostiniamo a non cambiare le nostre attività climalteranti. La specie umana è in guerra contro tutti, ma soprattutto, contro se stessa.

Pur facendo parte dello stesso pianeta e vivendo in un intreccio di relazioni vitali che ci rendono interdipendenti gli uni dagli altri, dimostriamo di non rendercene conto. I nostri sensi appaiono annebbiati, le nostre percezioni alterate, la nostra coscienza azzerata. Ma questi tre strumenti sono essenziali per capire le vere cause dei problemi, riportare ordine e promuovere la pace con il resto dei viventi. La pace è un processo lento e forse, per noi umani, non ancora realizzabile. Ma è l’unica meta possibile alla quale mirare. Ognuno percorrendo la strada che la vita gli ha assegnato.

_DSC2017 KopieIl mio punto di partenza è stato un carcere. Non perché sia stato detenuto, ma perché ho lavorato come medicoveterinario in un’isola-carcere per venticinque anni. Nell’isola di Gorgona, diciotto miglia dalla costa livornese, mi sono preso cura degli animali che, in modo del tutto arbitrario e antropocentrico, definiamo “da reddito”. Soggetti animali appartenenti alle nobili specie di bovini, ovi-caprini, suini, equidi e avicoli.

Oltre a questi, che l’umano cura e poi uccide, l’isola ospita anche degli animali cosiddetti “da affezione”: cani e gatti per i quali, in base ad una ingiusta e specista dicotomia etico-giuridica, è prevista, invece, una piena tutela (almeno in Occidente e nei luoghi di maggiore sensibilità). Questa straordinaria isola, Casa di Reclusione dal 1869, è inserita nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e rientra nella grande area marina protetta nota come Santuario dei cetacei. Gorgona è sempre stata un luogo di sperimentazione di pratiche detentive alternative alla inumana cella chiusa venti-ventidue ore su ventiquattro.

La mia esperienza, associata e sostenuta da quella di numerosi altri operatori e collaboratori, ci ha fatto capire come un elemento positivo per la vita dei detenuti potesse essere anche una diversa relazione con gli animali non umani che tradizionalmente venivano allevati per scopi alimentari. Il tempo, unito ad esperienze di conoscenza e stupore nei confronti dei miei pazienti non umani, hanno cambiato radicalmente la percezione che io stesso avevo nei loro confronti. Non più “solo” pazienti da curare, ma “soggetti”, “esseri senzienti” da tutelare in modo completo e definitivo. La loro vita mi interessava nella sua complessità e globalità. Mi premeva che vivessero bene e che terminassero, ugualmente bene, il loro ciclo vitale senza subire sfruttamenti e violenze.

_DSC2965Il contrario, in pratica, dell’approccio zootecnico dove la macchina-animale viene utilizzata per produrre alimenti e redditi. Gli animali non umani di Gorgona non erano più “numeri” e “bestiame” da far riprodurre, produrre e, se necessario, curare, ma creature con un “nome” che mi sollecitavano un cambio di atteggiamento.

Come ha detto il filosofo tedesco Theodor W. Adorno “Auschwitz inizia quando si guarda a un mattatoio e si pensa: sono soltanto animali”. Quello sguardo è cambiato, in me come in tanti altri. E abbiamo capito che sarebbe stata un’importante leva per cambiare il mondo e promuovere percorsi di pace.

Ho così realizzato di avere in mano quella potente leva che chiamiamo non-azione. Il cambio delle pratiche è passatoCala Scirocco dal cambio delle idee e la prima e semplice decisione che ho preso è stata di non mangiare più i miei pazienti. Non contribuire con le mie scelte alimentari alla morte nel mondo di circa 60 miliardi di animali domestici l’anno. Non mi interessava più rassicurare la mia coscienza pensando: “però hanno vissuto bene”. Volevo per loro, come per me e per i miei simili, che dopo una vista degna seguisse una morte degna. Una fine che rispettasse la lunghezza naturale della loro esistenza. Non avevo più bisogno di considerarli “ingredienti” e questa “nuova alleanza” mi ha aperto nuovi orizzonti che ho cercato di non tenere solo per me.

Ne ho scritto, ne ho parlato, ho mostrato e testimoniato il mio e il nostro cambiamento. Ho portato la voce dei “senza voce” nei luoghi dove le persone volevano conoscere per decidere. Sono state realizzate molte cose su questa piccola isola. Fatti minimi che non possiamo dimenticare e che trasformano un valore locale in questioni di utilità generale. Abbiamo pubblicato, ad esempio, una Carta dei diritti degli animali di Gorgona.

Grazie a un Direttoreilluminato, abbiamo elaborato dei cosiddetti “Decreti di Grazia” per “alcuni” animali dell’isola. In seguito a ciò un grande movimento popolare si è mosso per sostenere, invece, la tutela di “tutti” gli esseri animali presenti e sottrarli da qualsiasi circuito produttivo e quindi da una morte violenta. È l’art. 27 della nostra Costituzione che ce lo indica. È solo una (ri)educazione nonviolenta che spiana le strade per la pace. Addirittura anche il Senato della Repubblica lo scorso maggio ha approvato una mozione con la quale impegnava il Governo a “valorizzare e promuovere buone pratiche come lesperienza di reinserimento e recupero dei detenuti del carcere dellisola di Gorgona (Livorno) attraverso attività con animali domestici”.
 L’interesse che ha suscitato l’esperienza di Gorgona aveva anche fatto organizzare una visita di parlamentari sull’isola (poi slittata a causa del mare) per conoscere di persona questa realtà da tutelare e valorizzare come la mozione al Senato indicava.

Per questi motivi il Progetto Gorgona riceverà a Firenze il prossimo 12 dicembre un premio letterario sulla pace 

promosso dall’associazione “Un Tempio per la Pace”. Lo ritirerò a nome di una vasta comunità che si è impegnata e si è sacrificata (o è stata sacrificata) per mantenere in un carcere aperto quegli elementi di relazioni, cultura, etica e giustizia affinché le persone detenute ne traessero spunti di riflessione per il loro futuro.

Ho anche accettato che un giorno di febbraio di quest’anno, senza preavviso né spiegazioni, fossi trasferito da Gorgona in un’altra sede. So che questa è una strada stretta e la lotta per i diritti dei deboli prevede sempre un prezzo da pagare. Sono rimasti sull’isola molti animali che attendevano di essere salvati.

gorgona.24.5.3 025Per questo motivo, ad oggi, lo riteniamo un progetto incompiuto. Almeno fino a quando tutti gli animali potranno godere dello status di soggetti rifugiati e non ci saranno più tracce di sangue sparso sull’isola per produrre qualcosa che l’evidenza ci indica non più necessario.

E se un giorno un abitante di un altro pianeta venisse ad osservare la nostra Terra e avvicinasse lo sguardo proprio su questo frammento di roccia, potrebbe tornarsene con quell’immagine di armonia di cui la Vita ne urla l’urgenza.

*Marco Verdone, medico veterinario omeopata
Fonte: http://www.perunaltracitta.org/2015/11/27/alla-gorgona-gli-animali-hanno-un-posto-speciale/

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