Siamo tutti rifugiati / di Lobelia

Abbiamo raggiunto fra noi un equilibrio di bioritmi e abitudini; non sempre funziona perché uno dei due è per natura diurno e l’altro notturno, mangiamo comunemente cibi in parte diversi, uno lavora fuori di casa, l’altro è più casalingo e via dicendo…

Qualche volta ci sono piccole discussioni sull’opportunità di tenere degli atteggiamenti: all’una di notte a uno sembra inappropriato saltare sull’armadio, ma d’altro canto può sembrare all’altro inappropriato il russare, a quell’ora. Chi tiene abbastanza al fatto che i mobili in mogano non siano utilizzati per scriverci sopra segni apparentemente indecifrabili, mentre per l’altro è attività fra le più interessanti e usuali. Chi controlla le piante sistematicamente e toglie anche una sola foglia ingiallita, chi le foglie le mangiucchia con gusto; chi zappetta con estrema cautela, mentre l’altro scava poderosamente, gettando terra qua e là come volesse poi leggerne i segni diffusi sul terrazzo, tipo lettura del thè. Anche essere in due, può essere faticoso e conflittuale; talvolta pare di scordare gli infiniti bei momenti trascorsi insieme e la gioia di ritrovarsi, il farsi compagnia e spesso confortarsi. Dunque, la prospettiva di trovarsi in tre crea un certo impaccio mentale.

Potevamo evitarlo? Diciamo di sì, seppure abbiamo compreso che viene un tempo nel quale occorre chiedersi se è giusto chiudersi nel proprio guscetto. Possiamo sforzarci di cambiare e dare al mondo qualcosa di più. Ci abbiamo pensato parecchio e più volte rimandato questa iniziativa, ma lei… si è ripresentata più volte e dovevamo confrontarci, lo abbiamo capito. Ci godiamo, adesso, le abitudini costruite nel tempo, la nostra tranquillità e gli spazi che condivideremo con altri, perché in futuro ci sembreranno più piccoli. Prepariamo il “corredo” per la piccolina che accoglieremo con noi e sarà la mascotte della nostra casa: aria di festa per questo nuovo ingresso, presto saremo pronti a darle il benvenuto e lei ci rivitalizzerà, ne siamo certi. Un cucciolo è sorgente di energia, novità, allegria, è un nuovo Amore….!! Avrà tutti i suoi oggetti colorati, i giocattolini, tante pappe bio e preparate da noi, le copertine per stare calda, una spazzolina per il manto e tanto, tantissimo affetto. Spero che il gattone di casa, “gatto unico”, la accetterà, poiché il territorio è stato finora tutto suo e spesso mi sento inquilina io stessa: tutto controllato, ispezionato, custodito da lui. E’ proprio questo lo spartiacque: restare da soli e indipendenti, o condividere e mollare qualcosa che pareva solo nostro??! 

Così’ esaminata la questione, pare di agire con una certa condiscendenza un po’ aristocratica e se guardiamo i fatti al colore della lente animalista, ci sentiamo buoni perché “ne prendiamo un altro”. Anche questa interpretazione è da rispettare: senza i volontari, senza chi accoglie in casa un animalino di strada o da un canile/gattile, tante creature in più soffrirebbero. Mi sono accorta però che c’è una terza lettura, che semplifica di molto i dubbi sulla futura convivenza spazzandoli via: non sono soltanto loro, gli amici pelosi, i “rifugiati”, semplicemente perchè lo siamo tutti e quello spazio che abbiamo acquistato o occupato è giusto e bello condividerlo, metterlo a disposizione anche di altri.

Noi che crediamo di decidere, che vogliamo sentirci buoni, diversi da coloro che critichiamo; che possediamo una casa più o meno bella e generosamente vi portiamo un pelosino, sopportando che gratti o rompa qualcosa, noi che possiamo dire al mondo quanto siamo filantropi perché abbiamo adottato un essere che altri trascurano, abbandonano o maltrattano… Stiamo solo esercitando il libero arbitrio ma soprattutto quanto sta nella nostra responsabilità di accudimento verso esseri ai quali abbiamo tolto tutto: habitat, risorse naturali, spazi nei quali vivere, ripararsi, nutrirsi. Gli abbiamo tolto poi, soprattutto, la dignità della loro specie e della loro libertà. Li usiamo senza discernimento e senza pietà per i motivi più futili e turpi. Evitiamo almeno di rappresentarci come anime pure se aiutiamo uno di loro: è il nostro dovere e ne avremo in cambio infinite possibilità di evolverci, imparare ed essere più sereni, forse felici.

La vita con loro è sempre migliore, in più occasioni è anche LA migliore, fra quelle possibili.

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